La frantumazione e i suoi stadi
La domanda di partenza per la gestione ottimale della cava è:
Di quante macchine necessito per il mio impianto? E, da quanti stadi sarà composto?
Se si sceglierà il numero giusto di passaggi si otterrà ottimizzazione ed efficienza in termini di costi e di usura.
Generalmente il processo di frantumazione è caratterizzato da due o tre fasi. La scelta dipende da alcuni fattori:
- Il tipo e la dimensione della roccia frantumata: alcuni tipi di roccia possono essere lavorati in due fasi, altri più duri richiedono una lavorazione in tre fasi);
- Dimensione desiderata del prodotto finale. E’ importante controllare la dimensione massima di alimentazione del frantoio primario e confrontala con la dimensione del prodotto finale desiderato. Come principio guida, un rapporto di riduzione di 3 è generalmente considerato come il massimo di qualsiasi frantoio a mascelle o a cono. Se il rapporto tra la materia prima e la dimensione del prodotto finale è 16: 1, sono necessarie una macchina primaria e secondaria. Se il rapporto fosse, diciamo 20: 1, avresti bisogno di un frantoio primario, secondario e terziario.
- Qualità desiderata. Se si vuole ottenere un risultato di qualità è bene valutare la singola situazione e non pensare che l’acquisto di una macchina in più possa incidere sui costi. Se il processo lo richiede, diventa necessario questo investimento iniziale per evitare usure successive.
Quali sono i vantaggi del processo a 3 fasi?
La frantumazione in tre fasi consente al frantoio a mascelle primario di funzionare con una regolazione più ampia, accettando materiale di alimentazione di dimensioni maggiori, il che a sua volta aumenta la durata delle parti soggette a usura e riduce i costi operativi poiché il costo di usura per tonnellata frantumata è maggiore. Con tre frantoi, le impostazioni possono anche essere regolate e messe a punto più facilmente rispetto alla frantumazione a due stadi, il che rende più facile realizzare prodotti finali più fini.